Inconscio non rimosso e memoria implicita
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ESTRATTO: Inconscio non rimosso e memoria implicita
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Sigmund Freud è stato il primo a utilizzare il costrutto di inconscio non rimosso riconoscendo che «l’Inc non coincide col rimosso; rimane esatto asserire che ogni rimosso è inc, ma non che ogni Inc è rimosso». Si tratta di un’intuizione importante che Freud lasciò cadere, ma che le ricerche psicoanalitica e neuroscientifica contemporanee hanno ripreso e approfondito. Si è così aperta la strada a nuove scoperte e a riflessioni dalle importanti ricadute sulla teoria della mente, con una particolare attenzione alla memoria implicita delle precoci esperienze sensoriali ed emotive relazionali con le figure di accudimento e al loro coinvolgimento sia nello sviluppo normale che in rapporto ai traumi evolutivi. Ma le ricadute si sono avute anche sulla pratica clinica focalizzata sull’elaborazione delle esperienze affettive (sia pre-verbali e pre-simboliche che verbali e simboliche) e sul ruolo del cervello destro nella comunicazione emotiva tra paziente e terapeuta.
Giuseppe Craparo
Giuseppe Craparo, PhD, è psicologo, psicoanalista, Professore Associato di Psicologia clinica all’Università degli Studi “Kore” di Enna e membro delle seguenti associazioni: American Psychological Association, Associazione Italiana di Psicologia (AIP), Associazione di Studi Psicoanalitici (ASP), Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (IIPG). Tra i suoi libri: Il disturbo post-traumatico da stress (Carocci, 2013), L’enactment nella relazione terapeutica. Caratteristiche e funzioni (Raffaello Cortina Editore, 2017), Rediscovering Pierre Janet: Trauma, Dissociation, and a New Context for Psychoanalysis (Routledge, 2019).