Introduzione



L'articolo fornisce uno sguardo d'insieme alla valutazione delle abilità motorie, dall'importanza della componente motoria agli elementi per la valutazione.




1. Valutare le difficoltà motorie in età evolutiva. L'importanza della componente motoria



L’abilità di compiere movimenti accurati è parte della vita quotidiana a tal punto che ciascuno di noi è scarsamente consapevole delle innumerevoli azioni che compie nel corso delle sue giornate.


Eppure è sufficiente osservare un bambino con una disabilità fisica in difficoltà nell’infilarsi un calzino – un compito motorio semplice per la maggior parte di noi – per apprezzare la complessità dei processi che sottostanno a un’abilità motoria e l’importanza dello sviluppo di un buon grado di padronanza e controllo sull’ambiente fisico circostante.


L’importanza delle competenze motorie come prerequisito per affrontare le richieste scolastiche per l’integrazione nel gruppo dei coetanei è stata ben documentata (Goldin-Meadows, 1999; Pine, Lufkin e Messer, 2004; Wilson, 2002).



2. Valutare le difficoltà motorie in età evolutiva. Distinguere il livello di difficoltà



Attualmente sappiamo che i bambini con carenti competenze motorie non raggiungono i risultati scolastici attesi, spesso sono socialmente isolati e possono successivamente sviluppare diversi problemi nel corso della loro vita. Questi bambini non costituiscono un gruppo omogeneo.


Per alcuni, la difficoltà di movimento è abbastanza isolata. Per altri, le carenze a livello della coordinazione motoria sono solo una delle componenti di una serie di problemi, che possono riguardare il linguaggio, la lettura, l’attenzione e/o problemi sociali ed emotivi.


In alcuni casi è possibile comunicare alla famiglia una diagnosi chiara, mentre in altri casi giungere alla diagnosi non è altrettanto facile.



3. Valutare le difficoltà motorie in età evolutiva. L'Intervento Ecologico



Il nostro approccio all’intervento, l’Intervento Ecologico (IE), parte dall’idea che la competenza motoria dei bambini (o la sua mancanza) possa essere concettualizzata come un’interazione dinamica tra il bambino, il contesto in cui si trova e la richiesta del compito contingente.


All’interno di questo quadro, il controllo dell’azione è visto come un processo di problem-solving.


Con questo, non si vuole affermare che ciascuno di noi pensi consapevolmente alla soluzione di ogni compito motorio che affronta.


Per lo più siamo inconsapevoli dei complessi calcoli che il cervello mette in atto prima che anche il più semplice atto motorio possa essere realizzato.


Ad esempio, mentre i bambini digitano un messaggio al telefono, non pensano a quanto debbano essere precisi i movimenti delle dita per localizzare ciascun tasto. E non pensano nemmeno al ruolo della vista e del tatto nella localizzazione dei tasti in sequenza.


Quello cui stanno attenti è il contenuto del messaggio e il suo effetto su chi lo riceverà.


Quello che si intende suggerire, tuttavia, è che i processi che sottendono alla valutazione delle richieste del compito, alla pianificazione della risposta, alla sua esecuzione e alla valutazione del riscontro che ne deriva possono essere utilmente suddivisi nel cercare di capire perché un bambino incontra difficoltà con i movimenti che compongono le sue azioni.



4. Valutare le difficoltà motorie in età evolutiva. Dall'osservazione alla valutazione



Un modo per organizzare le osservazioni raccolte mentre il bambino esegue un compito motorio è quello di iniziare compiendo una distinzione molto ampia tra l’efficienza del controllo corporeo e l’adattabilità alle richieste ambientali.


L’efficienza del controllo corporeo include:


ƒ il controllo posturale del bambino;

ƒ la padronanza di un normale repertorio di schemi di movimento appropriati all’età;

ƒ il controllo di singole parti del corpo in relazione alle altre.


Nel valutare l’abilità di un bambino di pianificare le azioni motorie in modo che siano adeguate rispetto alle richieste specifiche del compito in atto, le risposte implicate possono essere classificate in vari modi per includere:


ƒ spazio;

ƒ tempo;

ƒ sforzo o forza.


Questi tre termini rappresentano bene quasi tutto quello che deve essere preso in considerazione.


Sebbene cambi l’importanza relativa di ciascuno, essi sono coinvolti in tutti i compiti motori e la capacità del bambino di adattarvisi costituisce l’obiettivo cui si rivolge l’osservazione qualitativa.




Sheila E. Henderson David A. Sugden Anna L. Barnett, Movement ABC-2 Manuale per l'esaminatore, Adattamento italiano di Marina Biancotto, Michela Borean, Laura Bravar, Giovanna Maria Pelamatti e Stefania Zoia, All rights reserved. Italian translation copyright © 2013, by Pearson Education Ltd or its affiliate(s), Giunti Psychometrics, Terza ristampa 2019



Per approfondimenti:


Conners 3 - Lo standard internazionale per la valutazione di ADHD, disturbo della condotta e disturbo oppositivo provocatorio in bambini e adolescenti


NEPSY-2 - La batteria più nota a livello internazionale per valutare lo sviluppo neuropsicologico in età evolutiva


GAP-T - Per valutare e quantificare le competenze prassiche nelle prime fasi della loro acquisizione


PEP-3 - Per la valutazione del Disturbo dello Spettro Autistico con i materiali TEACCH