Introduzione



Nell’attesa di un vaccino o di una cura per il Covid-19, i paesi hanno adottato misure preventive che dipendono in larga parte da restrizioni per limitare i contatti sociali; tra queste rientrano il distanziamento, l’isolamento/confinamento domestico e la quarantena.


Secondo le ricerche condotte in questo periodo di pandemia, il distanziamento può contribuire allo sviluppo di un’altra “epidemia” fatale: quella dell’isolamento e della solitudine, fenomeni che possono avere ripercussioni sulla salute mentale e fisica delle persone.



1. Isolamento e solitudine



Isolamento e solitudine costituiscono due fenomeni ben distinti, che possono dialogare vicendevolmente, oppure rimanere svincolati e indipendenti.


L’isolamento rappresenta una condizione di mancanza oggettiva di contatti sociali, mentre la solitudine è la sensazione soggettiva – passeggera o duratura – di essere soli. Da questa distinzione possiamo osservare come alcune persone possano essere fisicamente sole (isolamento), ma non sentirsi tali (solitudine), oppure vivere circondate dagli altri e sentirsi comunque sole.


La solitudine può costituire una condizione temporanea e situazionale, ossia legata all’isolamento, a uno specifico evento o momento di vita.


Ciononostante, essa può evolversi e divenire una condizione cronica e invalidante, che solitamente si associa a disturbi d’ansia e dell’umore.


Nella depressione, per esempio, i sintomi della solitudine possono condurre ad un progressivo ritiro sociale e dunque ad un vero e proprio isolamento dagli altri, alimentando un circolo vizioso.



2. Conseguenze di solitudine e isolamento sulla salute fisica e mentale



Sia l’isolamento che la solitudine risultano associati ad un aumentato rischio di sviluppare o peggiorare (Matias e colleghi, 2020):



·  deficit nel sistema immunitario

·  malattie cardiache e ipertensione

·  disturbi neurocognitivi (per esempio, demenza)



In questo senso, sono considerati fattori di rischio per la salute e per la mortalità alla pari dell’obesità, del fumo e della scarsa attività motoria (Holt-Lunstad e colleghi, 2017).


Il senso di solitudine ha un ruolo anche per la salute mentale, in quanto costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di:



·  depressione

·  quadri d’ansia (fobie sociali, panico, sintomi ossessivo-compulsivi)

·  disturbi del sonno

·  comportamenti di consumo (fumo, alcol, sostanze)

·  ideazione e comportamenti suicidari



In questi mesi, gli esperti si sono interrogati su come l’isolamento e la solitudine dovuti alle restrizioni influenzeranno la popolazione e il loro benessere psicofisico.



3. Le ripercussioni psicologiche delle restrizioni da Covid-19



Saltzman e colleghi (2020) hanno esplorato il potenziale impatto delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 in termini di solitudine e relative conseguenze sulla salute psicofisica.


Gli autori sottolineano come in questi mesi sia stato protagonista il concetto di distanziamento “sociale”, a fronte di quello più appropriato di distanziamento “fisico”. Parlare di distanziamento “sociale” ha inciso negativamente sull’esperienza soggettiva e psicologica delle persone, in quanto questo termine suggerisce maggiormente l’idea dell’isolamento relazionale dagli altri, e quindi di solitudine.


Il sostegno sociale svolge, da sempre, un ruolo chiave nel benessere delle persone, che di fronte alla paura della morte e all’aumento dei tassi di mortalità cercano una maggior vicinanza con coloro che costituiscono un supporto principale (famiglia, amici).


Nel contesto della pandemia da Covid-19, le restrizioni hanno alimentato la paura della morte e attivato i bisogni di protezione e sopravvivenza, che hanno innescato anche un senso di frustrazione nel cercare di garantire protezione per se stessi e per la propria famiglia.


Questa frustrazione causerebbe ulteriore paura, ansia e angoscia, che sono solitamente associate a insonnia, irritabilità e aggressività.


Dalla rassegna di Saltzman e colleghi (2020), emerge come in diversi casi storici di emergenza il sostegno sociale e le relazioni abbiano costituito dei fattori protettivi per il benessere e dei predittori di resilienza e adattamento a seguito di eventi disastrosi di varia natura.


Il sostegno sociale sarebbe quindi fondamentale non soltanto per ridurre i sintomi di disagio e solitudine, ma anche per incentivare un adattamento positivo all’evento traumatico. L’affiliazione con gli altri favorisce infatti una migliore regolazione delle emozioni, gestione dello stress e resilienza.


Inoltre, l’analisi della letteratura suggerisce che lutti e dolore, a loro volta, possano incidere negativamente sul senso di solitudine percepita, andandola ad esacerbare. 


La solitudine e la mancanza di supporto sociale possono, inoltre, incrementare sintomi depressivi preesistenti o concomitanti all’evento traumatico (per esempio, innescati dalla crisi economico-finanziaria, dalla disoccupazione, dal timore per la propria incolumità) e inasprire la percezione dello stress.


La quasi totale interruzione dei rapporti sociali al di fuori del proprio “rifugio” ha anche inciso sullo sviluppo della cosiddetta “Sindrome della capanna”, una costellazione di sintomi che sono stati osservati soprattutto alla conclusione del primo lockdown.



4. Reagire all’isolamento: creare una rete di sostegno digitale



Gli psicologi possono contribuire a mitigare l’impatto del distanziamento e dell’isolamento legati alla pandemia, incoraggiando i propri clienti a rimanere in contatto:


  • con il professionista, tramite teleconsulenze o colloqui in presenza dove vengano assicurate le norme igienico-sanitarie di sicurezza
  • con i propri familiari, specialmente i più anziani (stabilendo o rinforzando la connessione intergenerazionale) che, per la loro maggiore vulnerabilità al virus, sono maggiormente esposti al rischio di contagio e per questo isolati; questo isolamento influisce sulla già presente fragilità psicologica degli anziani, che convivono con le difficoltà del periodo finale della propria esistenza (malattie croniche e invalidanti, perdita dei propri cari, ecc.)
  • tramite gli strumenti tecnologici a disposizione, promuovendo una buona “educazione digitale”, ossia un approccio consapevole alla tecnologia e al rapporto con essa


Secondo Saltzman e colleghi (2020), sono necessari ulteriori studi per capire in che modo la tecnologia possa contribuire a far fronte alla solitudine e all’isolamento. Infatti, essa può rivelarsi utile in quanto consente di:



·  socializzare e/o rimanere in contatto con amici e conoscenti (social network e provider di servizi per la messagistica e le videochiamate), promuovendo una maggiore resilienza

·  raccogliere informazioni dai canali ufficiale sulle migliori strategie per migliorare il proprio benessere psicofisico (meditazione, attività fisica, attività di svago)



L’utilizzo della tecnologia, soprattutto dei social media, è però questione controversa, in quanto si registrano sempre più fenomeni di isolamento e solitudine nonostante la fiorente attività su questi canali.


Essi, infatti, rappresentano degli strumenti per condividere aspetti della propria vita con un pubblico più o meno ampio, ma la comunicazione (e quindi il contatto) perde di sostanza e può favorire proprio il senso di solitudine, ansia e depressione (Hunt e colleghi, 2018).




Bibliografia



Silvia De Napoli, La solitudine, fonte di benessere ma di altrettanta patologia, State of Mind, 28 agosto 2019


Centers for Disease Control and Prevention, Social distancing, quarantine, and isolation, 17 novembre 2020


Holt-Lunstad, J., Robles, T. F., & Sbarra, D. A. (2017). Advancing social connection as a public health priority in the United States. American Psychologist, 72(6), 517–530


Hunt, M. G., Marx, R., Lipson, C., & Young, J. (2018). No more FOMO: Limiting social media decreases loneliness and depression. Journal of Social and Clinical Psychology37(10), 751-768


Matias, T., Dominski, F. H., & Marks, D. F. (2020). Human needs in COVID-19 isolation


Saltzman, L. Y., Hansel, T. C., & Bordnick, P. S. (2020). Loneliness, isolation, and social support factors in post-COVID-19 mental health. Psychological Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy



Photo by Masha Raymers from Pexels