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Nel linguaggio comune ricorriamo spesso a etichette per descrivere le persone. Per esempio, usiamo parole come riflessivo, chiacchierone, testa calda e così via.

Siamo soliti farlo sia nella vita privata che negli ambienti lavorativi basandoci su piccoli indizi, su sensazioni personali o altrui, senza avere una conoscenza profonda sulla persona di cui stiamo parlando, su quali sono le motivazioni che spingono all’azione, sui valori guida, suoi punti di forza e sulle debolezze.


Che cos’è la personalità: un esempio per evitare errori di valutazione

L’insieme delle motivazioni, dei valori e dei punti di forza sono ciò che comunemente chiamiamo “personalità”.
La personalità ha un ruolo centrale nella conoscenza dell’altro e, ancor di più, nella gestione delle risorse umane: ci aiuta a capire perché una persona si comporta in un certo modo e a interpretare correttamente il suo comportamento.

Facciamo un esempio: Luca, Product Manager d’azienda, chiama a raccolta il suo team perché c’è da ideare il nome di un nuovo prodotto. Durante la riunione di brainstorming chiede al team di lavorare in coppia e di scrivere in 2 minuti quante più idee possibile. Paolo e Nina, due membri del team, si trovano a lavorare insieme. Mentre Nina tira fuori proposte a raffica, Paolo si limita ad annuire con evidente disagio.

Basandosi su queste evidenze, Luca deduce che Paolo non è una persona creativa, non contribuisce al lavoro di team, non è molto sveglio. 
Eppure le cose potrebbero essere diverse da quello che sembrano. Per esempio, Paolo potrebbe preferire un approccio analitico che richiede più di 2 minuti per elaborare una proposta, potrebbe essere molto creativo lavorando da solo, potrebbe aver bisogno di tempo prima di condividere con tutti la sua idea (che potrebbe rivelarsi geniale). 

Ecco, se Luca avesse conosciuto a fondo la personalità di Paolo, avrebbe saputo che quella modalità di lavoro non è adatta a tirar fuori il meglio di lui o ancora, per mettere Paolo a suo agio, Luca avrebbe potuto rassicurarlo chiedendogli di inviare le sue idee via e-mail dopo la riunione. 

Insomma, un’attenta e precisa valutazione della personalità ci aiuta a comprendere meglio gli altri, i loro comportamenti e le condizioni ottimali in cui esprimono le loro potenzialità. 


Personalità e autoconsapevolezza

La valutazione della personalità fa bene anche alla persona valutata. 
Se è vero che in linea di massima ognuno di noi conosce se stesso meglio di chiunque altro, è pur vero che il nostro grado di autoconsapevolezza può sempre migliorare. Più siamo autoconsapevoli, più la motivazione aumenta perché abbiamo le informazioni giusteper usare al massimo i punti di forza, compensare i punti di debolezza ed evitare gli errori

Di fronte a processi e dinamiche aziendali consolidati, a volte dimentichiamo di chiederci se le cose potrebbero essere migliorate, se c’è qualche talento che non stiamo sfruttando o da quale debolezza dipende un’eventuale difficoltà.

Senza una guida verso una profonda autocosapevolezza non viene spontaneo porsi queste domande né trovare delle risposte. 

Pensiamo a quando andiamo dal dentista per un controllo di routine. La nostra percezione è che i denti siano a posto perché non avvertiamo fastidi o dolori, salvo poi scoprire che nella nostra bocca si nascondo delle carie di cui non eravamo consapevoli e che di lì a poco ci avrebbero creato guai.

Ecco, spesso ci manca la consapevolezza necessaria per poter affermare di essere al 100% del nostro potenziale


Consapevolezza di sé e successo lavorativo: il punto di vista degli esperti

Daniel Goleman, psicologo e autore di molti best seller sull’intelligenza emotiva afferma che proprio l’intelligenza emotiva e la consapevolezza di sé influiscono fortemente sul successo professionale. 

Uno studio di Green Peack Partners sui tratti di leadership fa emergere che un alto livello di autoconsapevolezza è il maggior fattore di successo lavorativo.

Anche The Mayers-Briggs Company si è occupata di approfondire la correlazione tra autoconsapevolezza e successo lavorativo. I risultati evidenziano che una maggiore consapevolezza di sé determina:

  • più fiducia in se stessi e negli altri
  • più coesione dei team
  • la capacità di adattare il proprio comportamento e prendere decisioni migliori


I test di personalità per una valutazione più sicura e affidabile

Il feedback, in tutte le sue declinazioni, è sicuramente un buon metodo per valutare la personalità, ma da solo si rivela insufficiente specie se non è adeguatamente strutturato. 

I professionisti HR hanno a disposizione strumenti ancora più sicuri e affidabili perché oggettivi, scevri da pregiudizi e veloci da somministrare. Parliamo dei test psicometrici.

Sul mercato ne esistono di diverse tipologie e per diversi scopi. 
Per esempio, per la valutazione della personalità dei singoli individui esiste il BFQ-2, basato sulla consolidata teoria dei Big Five, e il 16PF, basato su 16 dimensioni funzionalmente indipendenti e psicologicamente significative. 

Ma come fare quando serve analizzare la personalità dei singoli individui inseriti in un team per progettare il loro sviluppo?
La risposta è MBTI (Mayer-Briggs Type Indicator). 


MBTI: molto più di un test di personalità

MBTI non è un test di personalità, è un ecosistema di strumenti e metodologie.

Con più di 50 anni di ricerca e presenza sul mercato, MBTI è lo strumento scelto dall’88% delle aziende presenti nella top 500 di Fortune e conta 1,5 milioni di compilazioni ogni anno.

La sua distintività sta nell’analizzare le preferenze individuali e non i comportamenti. Altrimenti detto, MBTI fornisce un’esatta fotografia sulla personalità portando a galla come le persone preferiscono agire e non come agiscono abitualmente, magari per costrizione o per senso del dovere.

MBTI si basa sull’approccio dei tipi psicologici di Carl Jung che permette di rilevare come una persona percepisce il mondo esterno e come preferisce interagire con esso, offrendo un quadro d’insieme delle sue motivazioni.

Tutte queste informazioni ci aprono le porte verso l’universo personale di ogni individuo fatto di uno specifico modo di comunicare, apprendere e lavorare. 

Nella vita ciascuno di noi, spesso in maniera inconsapevole, preferisce essere un tipo di persona piuttosto che un altro. Per esempio, esiste l’introverso, l’estroverso, il razionale, l’emotivo e via di seguito. Le nostre preferenze sono ciò che ci motiva e ci spinge a dare il massimo di noi stessi in termini di performance. 

Analizzare le preferenze attraverso uno strumento scientifico come MBTI consente alle persone di acquisire una solida consapevolezza sia su di sé che sugli altri generando incredibili vantaggi per gli individui e per i team. 


I vantaggi di MBTI per le persone e i professionisti HR

Attraverso un’analisi della personalità basata sulle preferenze dell’individuo, è possibile risolvere una serie di problematiche che inevitabilmente si presentano all’ordine del giorno. Ecco gli esempi più comuni:

  • affrontare nel modo giusto i conflitti 
  • evitare comunicazioni inefficaci
  • avere un quadro oggettivo sul potenziale delle persone, in termini di punti di forza e aree di miglioramento 
  • facilitare lo sviluppo dei leader

In sostanza, con uno strumento come MBTI i professionisti HR e i Manager sono in grado di: 

  • creare ambienti dove ognuno si sente incluso per ciò che è e non per ciò che gli altri si aspettano che sia 
  • creare team che lavorano bene insieme
  • sviluppare modelli di leadership più consapevoli 
  • rendere il cambiamento accessibile a tutti 


Giunti Psychometrics è l’unico e ufficiale distributore in Italia di MBTI e da oggi puoi somministrarlo online tramite la piattaforma Giunti Testing.

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