Introduzione



Per la maggior parte della popolazione mondiale, in particolare per gli adolescenti, Internet è uno strumento irrinunciabile che, di per sé, presenta molti vantaggi, poiché è un mezzo facilmente accessibile per il recupero delle informazioni, l’intrattenimento e la socializzazione.


Tuttavia, l’uso eccessivo della Rete può provocare potenziali effetti negativi sul piano personale, sociale, scolastico e professionale (Lavenia G., 2018).


Si è osservato infatti che le persone che presentano un uso problematico di Internet spesso hanno un rischio maggiore di sperimentare ulteriori disturbi mentali (Tsai, H.F., et al., 2009).



1. Le dipendenze tecnologiche: diagnosi



Young (1998) e Griffiths (1998, 2000) sono stati i primi a proporre una definizione di “utilizzo problematico di Internet” o “dipendenza da Internet” (in inglese “Internet Addiction Disorder”, in acronimo IAD), conducendo diverse ricerche sul tema.


Gli autori definiscono la dipendenza da Internet come l'insieme delle preoccupazioni, degli impulsi e dei comportamenti eccessivi o scarsamente controllati che scaturiscono dall’uso della Rete e che comportano alterazioni comportamentali o stressanti.


Block (2008) suggerisce le quattro caratteristiche essenziali per la diagnosi di dipendenza da Internet, da includere nel DSM-5:



·  uso eccessivo di Internet: spesso associato a una perdita del senso del tempo o al non soddisfacimento dei bisogni primari;

·  ritiro: comprende i sentimenti di rabbia, tensione e/o depressione che si sperimentano quando non si può accedere alla Rete;

·  tolleranza: comprende la necessità di avere migliori apparecchiature, più software o più ore di utilizzo;

·  conseguenze sociali avverse: comprende l’utilizzo di menzogne, scarsa realizzazione professionale o scolastica, isolamento sociale e stanchezza.



È stata condotta un’importante indagine volta a stabilire i criteri diagnostici della dipendenza da Internet (Tao et al., 2010). Secondo quest’indagine, per effettuare la diagnosi, il soggetto deve sperimentare necessariamente:



·  preoccupazioni per Internet: pensieri riguardo la precedente attività online o pensieri anticipatori della futura sessione online;

·  ritiro: manifestato da un umore disforico, ansia, irritabilità e noia dopo diversi giorni di inattività online.


Inoltre, il soggetto deve esperire almeno uno (o più) dei seguenti sintomi:


·  tolleranza: marcato aumento dell’utilizzo della Rete, necessario per raggiungere la soddisfazione;

·  desiderio persistente e/o tentativi falliti di controllare, ridurre o interrompere l’utilizzo della Rete;

·  uso eccessivo e continuativo della Rete: uso prolungato, nonostante la consapevolezza dell'individuo di avere un problema fisico o psicologico persistente o ricorrente;

·  perdita di interessi: conseguenza diretta e ad eccezione dell’uso di Internet;

·  utilizzo della Rete per sfuggire o alleviare un umore disforico: utilizzo che si manifesta con sentimenti di impotenza, senso di colpa, ansia.



Infine, l’uso eccessivo di Internet deve presentare un deterioramento clinicamente rilevante, come la perdita delle relazioni significative, del lavoro, delle opportunità di istruzione o di carriera.


Oltre a ciò, il soggetto a rischio deve utilizzare Internet in media 6 ore al giorno per almeno 3 mesi.


Nel 2013 si è proposto di includere nel DSM 5 la Dipendenza da Internet, ma tutt’ora non è stata ancora riconosciuta come un vero e proprio disturbo.


Solo la Dipendenza da Giochi online è stata inserita nell’Appendice al DSM 5 come disturbo da approfondire e studiare (Weinstein, A., et al., 2014).



2. Le dipendenze tecnologiche: manifestazioni cliniche



A livello mondiale si è osservato che la prevalenza dell’uso problematico della Rete tra gli adolescenti e i giovani adulti è stimata tra lo 0,9% e il 38%.


In particolare, tra gli adolescenti europei, la prevalenza è stimata tra il 2% e il 5,4% (Kormas, G., 2011).


Il forte interesse della ricerca per la Dipendenza da Internet ha portato all'osservazione di un Modello di Sviluppo Evolutivo tipico nella modalità di utilizzo di Internet. Si osservano due passaggi principali (Lavenia G., 2018):



·  fase di Osservazione e Ricerca: suddivisa in uno stadio osservativo, in cui l’utente osserva ciò che la Rete offre, rimanendone distaccato e ponendosi come semplice “osservatore”. Dopo questo stadio il soggetto inizia a prendere più fiducia e dimestichezza con il mezzo di comunicazione e passa allo stadio di attivazione, un processo fatto di prove ed errori, grazie al quale diviene un vero e proprio fruitore del Web. In questa fase il soggetto utilizza servizi, funzioni e applicazioni di Internet in modo non propriamente “attivo”;

·  fase Relazionale-Comunicativa: in questa fase l’utente si trasforma in creatore del Web e soggetto attivo. Tale fase si attiva quando il soggetto scopre che esistono delle applicazioni o siti che permettono di mettersi in collegamento con altri ed entrare a far parte di una vera e propria comunità virtuale. L’utente dunque, nel comunicare con gli altri e nel presentarsi, apporta delle modifiche alla Rete stessa.



Attraverso queste fasi, tipiche in tutti gli utenti, si possono descrivere anche rischi e patologie che scaturiscono dall'abuso di Internet.


Nella prima fase possono presentarsi sintomi tipici delle dipendenze comportamentali, come il craving, l'astinenza e la tolleranza. Le manifestazioni cliniche associate alla prima fase sono (Lavenia G., 2018):



·  sovraccarico cognitivo;

·  gioco d’azzardo patologico;

·  trading patologico;

·  shopping compulsivo;

·  pornodipendenza.



Nella fase Relazionale-Comunicativa l’utente ha un coinvolgimento globale nella realtà virtuale, perde la cognizione spazio-temporale e i propri riferimenti emotivo-sociali. Le manifestazioni cliniche di questa fase sono (Lavenia G., 2018):



·  dipendenza da relazioni virtuali;

·  dipendenza da sesso virtuale;

·  dipendenza da giochi online;

·  hikikomori;

·  cyberbullismo.



3. Le dipendenze tecnologiche: valutazione e trattamento



Tra gli strumenti utili per la valutazione del quadro clinico e per la diagnosi differenziale si somministra abitualmente il Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2; Butcher, J.N., et al., 1989).


Il trattamento della Dipendenza da Internet ha come base gli interventi e le strategie precedentemente usate nel trattamento dei disturbi da abuso di sostanze.


In materia di prevenzione, diversi studi mostrano che la terapia cognitivo-comportamentale di gruppo nel contesto scolastico permette al soggetto di sviluppare migliori capacità di gestione del tempo e migliora lo stato emotivo e la capacità di auto-regolazione.


Nel libro Le dipendenze tecnologiche il Prof. Giuseppe Lavenia (2018) propone un percorso terapeutico in cui viene preso in carico, oltre al singolo paziente, la famiglia o il coniuge.


Questo tipo di terapia permette all'esperto di inserire il paziente in una cornice sistemico-relazionale che considera le dinamiche sottostanti all'uso eccessivo di Internet e ricrea le condizioni per un uso consapevole dei mezzi tecnologici.



Bibliografia



Block,J.J. (2008). Issues for DSM-V: Internet addiction. American Journal of Psychiatry; 165, 306-307.


Butcher, J.N., Dahlstrom, W.G., Graham, J.R., et al. (1989). Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2) manual. Minneapolis: University of Minnesota. Ad. it. di Pancheri, P., & Sirigatti, S. (2016). Firenze: Giunti Psychometrics.


Griffiths, M. (1998). Internet addiction: Does it really exist? In J. Gackenbach (Ed.), Psychology and the Internet (pp. 61-75). New York: Academic Press.

Griffiths, M. (2000). Internet addiction - Time to be taken seriously? Addiction Research, 8, 413-418.


Kormas, G., Critselis, E., Janikian, M., et al. (2011). Risk factors and psychosocial characteristics of potential problematic and problematic internet use among adolescents: A cross-sectional study. BMC Public Health; 11:595.


Lavenia, G. (2018). Le dipendenze tecnologiche. Valutazione, diagnosi e cura. Firenze: Giunti Psychometrics.


Main, M., & Goldwyn, R. (1985). Adult attachment scoring and classification system. Unpublished manuscript, Berkeley: University of California.


Tao, R., Huang, X., Wang, J., et al. (2010). Proposed Diagnostic Criteria for Internet Addiction. Addiction; 105 (3), 556-64.


Tsai, H.F., Cheng, S.H., Yeh, T.L., et al. (2009). The risk factors of Internet addiction--a survey of university freshmen. Psychiatry Research; 167 (3), 294-299.


Weinstein, A., Feder, L.C., Rosenberg, K.P., Dannon, P. (2014). Chapter 5 - Internet Addiction Disorder: Overview and Controversies. In Editor(s): Rosenberg, K.P., Feder, L.C. (Eds.), Behavioral Addictions. Criteria, Evidence, and Treatment (pp. 99-117), New York: Academic Press.



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