Il concetto di coping si riferisce al modo in cui le persone rispondono e fronteggiano situazioni avverse e sfidanti. In questo articolo approfondiremo questo argomento, esplorandone significato, strategie, teorie e risorse.

In questo articolo:

1.  Cos’è il coping?

2.  Il Coping e la teoria cognitivo-transazionale di Lazarus e Folkman

3.  Quali sono le strategie di coping?

4.  Quali risorse di coping attivare?

5.  Coping, resilienza e antifragilità

Cos’è il coping?

Il termine "coping", tipicamente associato al concetto di stress, deriva dall’inglese to cope with e significa “fronteggiare, reagire, resistere, gestire”.

Come affrontato nel nostro articolo dedicato allo stress (Stress: sintomi e rimedi), lo stress è l’esito di un processo di valutazione (appraisal) ed emerge nel momento in cui le richieste esterne (ambiente) e/o interne (della persona) mettono a dura prova le risorse dell’individuo.

A partire dalla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, il coping è stato concepito come una risposta a eventi stressanti/negativi esclusivamente esterni. 

In seguito, si è affermata maggiormente l’idea che il coping (e quindi anche lo stress) si volgesse tanto agli stressor del mondo esterno quanto a quelli del mondo interno.

Il coping è oggi considerato un processo adattivo e dinamico, in quanto si esprime nell’interazione e influenza reciproca tra individuo e ambiente.

Il Coping e la teoria cognitivo-transazionale di Lazarus e Folkman

La più nota formulazione teorica sul coping e sullo stress è quella proposta da Lazarus (1974), poi rielaborata con Folkman nel 1984.

La loro teoria cognitivo-transazionale considera lo stress come esito della transazione tra variabili ambientali e personali, mediate da valutazioni cognitive (appraisal).

Secondo gli autori, il coping costituisce quindi un processo adattivo dato dagli sforzi operati per gestire le richieste del contesto.

Le persone interpretano quindi gli eventi in modo immediato ed è principalmente questa valutazione cognitiva dell’evento, piuttosto che l’evento in sé, a innescare o meno una reazione.

Si possono distinguere due momenti del processo di valutazione cognitiva:

1.  durante l’appraisal primario si opera una prima valutazione rispetto al significato di un evento, interpretato come rilevante o meno per il proprio benessere e i propri scopi;

2.  nell’appraisal secondario, invece, si valutano le modalità con cui far fronte alla situazione, esaminando le risorse e le opzioni di cui si dispone.

Queste “modalità” sono definite strategie di coping e fanno riferimento all’insieme di sforzi cognitivi e comportamentali finalizzati alla gestione e al controllo dell’evento stressante.

Modificare in un secondo momento il significato attribuito all’evento è definito reappraisal.

Esso può avere due accezioni: da un lato si configura come una nuova valutazione dell’evento in seguito alla strategia di coping utilizzata, dall’altro può essere esso stesso una forma di coping, teso a modulare l’impatto emotivo delle situazioni stressanti.

Quali sono le strategie di coping?

Il concetto di coping ha diverse declinazioni. Infatti, parlando di strategie di coping si fa riferimento alle modalità con cui le persone affrontano le diverse situazioni.

Dall’altro lato, le risorse di coping costituiscono tutte le possibilità a cui è possibile affidarsi per gestire la situazione stressante.

Infine, quando si parla di stili di coping, si fa riferimento a modalità più stabili con cui la persona affronta tipicamente le avversità, le modalità di coping che caratterizzano il suo stile personale.

Alla luce della teoria di Lazarus e Folkman, è possibile distinguere due diverse strategie di coping:

·  Problem-focused coping o strategia focalizzata sul problema, per cui la persona esplora le proprie capacità di affrontare e dominare l’evento, compiendo delle azioni per intervenire direttamente sul problema;

·  Emotion-focused coping o strategia centrata sull’emozione, ovvero tentativi regolativi di modificare l’impatto emozionale negativo dell’evento.

Le strategie di coping sono, dunque, le modalità che definiscono il processo di adattamento alla situazione stressante. Tuttavia, esse possono assumere una valenza funzionale o disfunzionale.

Se la strategia è funzionale, può mitigare e ridurre la portata stressogena dell’evento, se invece è maladattiva può aggravare la situazione.

Affinando il contributo di Lazarus e Folkman, Endler e Parker (1990) hanno aggiunto una terza strategia di coping: Avoidance coping o strategia centrata sull’evitamento e rappresentata dal tentativo di ignorare la minaccia o distanziarsene con espedienti sociali o distraenti.

Quali risorse di coping attivare?

Diversi studi hanno identificato alcuni presupposti psicologici utili sia come strategie di coping che come risorse di coping:

·  ottimismo, ossia coltivare aspettative di buon esito nelle situazioni e nelle difficoltà

·  senso di padronanza (mastery), dato dalla percezione di poter esercitare un certo controllo e regolare i propri stati mentali e comportamenti. È collegato alle convinzioni di autoefficacia.

·  buona autostima

·  supporto sociale, definito come la percezione di essere apprezzati e di far parte di una rete sociale su cui far affidamento.

Queste risorse di coping connoterebbero l’individuo resiliente, ossia la persona in grado di superare le difficoltà e trarne un arricchimento in termini di risorse e crescita personale.

Coping, resilienza e antifragilità

La definizione e le caratteristiche del coping potrebbero sembrare molto vicine al concetto di antifragilità. Pur avendo diversi elementi in comune, questi costrutti sono però distinti, in quanto le strategie di coping si inseriscono nel più ampio fenomeno della resilienza.

La resilienza costituisce infatti la capacità di affrontare e superare gli eventi stressanti, continuando ad incrementare le proprie risorse e riorganizzando positivamente la propria esperienza.

L’evento stressante viene quindi affrontato e superato efficacemente, mentre il concetto di coping rimanda alla messa in atto di strategie nel tentativo di far fronte all’evento, con la possibilità che queste non portino a una risoluzione positiva (coping funzionale e disfunzionale).

Il più recente e innovativo costrutto di antifragilità rappresenta, invece, la capacità di fronteggiare l’imprevedibile, traendo vantaggio proprio grazie agli eventi negativi e all’incertezza (per approfondimenti leggi l'articolo Antifragile: la nuova leadership evolutiva)

È proprio di antifragilità che si parla in relazione al difficile periodo della pandemia da Covid-19.

Bibliografia

·  Resilienza, State of Mind

·  Virginia Valentino, Il ruolo delle strategie di coping nella psicopatologia, State of Mind, marzo 2019

·  Taylor, S. E., & Stanton, A. L. (2007). Coping resources, coping processes, and mental health. Annu. Rev. Clin. Psychol.3, 377-401.

·  Markey-Towler, B. (2018). Antifragility, the Black Swan and psychology. Evolutionary and Institutional Economics Review15(2), 367-384.

https://alleyoop.ilsole24ore.com/2020/04/23/antifragili/