Gli strumenti per misurare l'abilità cognitiva e le necessità valutative di base
Introduzione
Quali sono le necessità che portano alla creazione di uno strumento per l'analisi del QI e dell'abilità cognitiva? Approfondiamo in questo articolo il caso specifico della Leiter-3, il test non verbale per la misura del QI e dell’abilità cognitiva, utilizzabile con bambini, adolescenti e adulti.
1. Necessità di identificare precocemente i ritardi cognitivi
Gli strumenti di valutazione cognitiva sono elementi essenziali nell'identificazione precoce e nel trattamento degli individui che soddisfano i criteri previsti dall’Individuals with Disabilities Education Act (IDEA, Public Law, 101-476), ossia bambini con bisogni speciali, di età compresa tra 0 e 5 anni, che dovrebbero essere identificati il prima possibile e prima dell’ingresso a scuola.
La maggior parte degli esperti di didattica speciale concorda sul fatto che l’intervento precoce rappresenti un elemento cruciale per preparare il bambino all'ingresso scolastico (cfr. Salvia e Ysseldyke, 1991); i ricercatori impegnati in questo campo caldeggiano una maggiore sinergia tra valutazione e intervento precoce (ad esempio, Bagnato, Neisworth e Munson, 1989; Meisels e Fenicel, 1996).
2. Necessità di misurare piccoli miglioramenti nell'abilità cognitiva
L’esigenza fondamentale è quella di avere una misura di intelligenza che fornisca una valutazione delle abilità e che sia sensibile ai piccoli miglioramenti nell'abilità cognitiva, una misura di sviluppo dell’individuo, piuttosto che un semplice confronto con un gruppo normativo di riferimento.
Si avvertiva anche il bisogno di misure di sviluppo che permettessero di rilevare il cambiamento del funzionamento cognitivo al di là delle misure tradizionali di QI, definite da criteri normativi basati sull'età (Lohman, 1993; Miller e Robinson, 1996; Thompson et al., 1994).
I genitori di un bambino con disabilità e i professionisti che se ne prendono cura sono spesso preoccupati del fatto che la maggior parte degli strumenti che misurano il funzionamento cognitivo attualmente in uso non riesce adeguatamente a cogliere la qualità e l’ampiezza dei piccoli miglioramenti che i bambini hanno nel corso dello sviluppo.
È da notare come la maggior parte delle batterie standardizzate utilizzate attualmente, pur sulla base di criteri normativi, non riesca a rilevare i cambiamenti cognitivi in atto per almeno due ragioni:
a) bambini con ritardo mentale dal medio al moderato si trovano alla fine della curva (due o tre deviazioni standard al di sotto della media) e molti test forniscono misure imprecise in quella fascia;
b) la valutazione di un bambino che ha punteggi molto bassi rispetto alle norme standardizzate per la sua età fa sì che il suo punteggio rilevato in un momento successivo si collochi sempre nella fascia bassa dei punteggi, rendendo quindi impossibile l’evidenziazione di eventuali progressi di quel bambino tra una rilevazione e l’altra.
3. Necessità di una scala di intelligenza affidabile, valida e indipendente da abilità linguistiche e motorie
È difficile trovare in letteratura batterie per valutare abilità cognitive che siano al contempo affidabili, valide, non verbali e indipendenti dalle abilità motorie.
Sono presenti varie scale individuali e non verbali, ma spesso sono limitate a un unico aspetto delle abilità cognitive come, ad esempio, il ragionamento con matrici.
Sebbene alcune delle batterie sopra citate misurino l’intelligenza non verbale (SB5, DAS-II e WJ III), molti subtest, e soprattutto le istruzioni di questi subtest, vengono forniti in modo verbale o richiedono una risposta motoria; per questo motivo, questi test risultano essere difficilmente applicabili nel caso di individui con disturbi della comunicazione, con problemi motori o che parlano italiano come seconda lingua.
Oltre a ciò, i ricercatori sono molto critici circa i tradizionali test standardizzati che forniscono misure di QI. Questo perché i criteri di deficit o di performance sopra la norma tendono a variare ogni volta che una batteria viene standardizzata di nuovo.
Per queste ragioni si sentiva l’esigenza, come supplemento agli strumenti attualmente disponibili, di una nuova batteria di valutazione che prescindesse da aspetti verbali e motori e che fosse sensibile agli sviluppi e ai miglioramenti dei bambini con disabilità.
4. Necessità di sviluppare piani per l’ingresso nel mondo del lavoro
L’importanza di una valutazione cognitiva esauriente e ben fatta è piuttosto ovvia.
Gli interventi per la transizione in ambito lavorativo, come richiesto dal Programma IDEA, sono stati definiti come “un gruppo coordinato di attività rivolte allo studente, designate all'interno di un processo orientato a uno scopo, che promuovano il passaggio dalla scuola verso le attività da implementare al termine del percorso scolastico”; queste attività comprendono l’educazione, un impiego e il favorire una vita indipendente (Baroff, 1986).
Il gruppo di professionisti che fornisce supporto a un adolescente con disabilità deve includere piani di inserimento nei periodi cosiddetti di “transizione”, previsti dall’Individualized Education Program (IEP)8 a partire dai 16 anni, ma che sarebbero forse auspicabili anche a partire dai 14 anni.
Le abilità cognitive degli adolescenti rappresentano ovviamente solo una parte degli aspetti da prendere in considerazione in un programma più generale in transizione e le valutazioni dovrebbero essere quanto più possibile sensibili agli sviluppi raggiunti dall'individuo durante queste fasi di transizione.
Sebbene molti giovani adulti con disabilità intellettiva lieve, al termine del percorso scolastico, possano essere inseriti all'interno della comunità, ossia all'interno del proprio contesto naturale, secondo alcune evidenze empiriche il funzionamento cognitivo di questi individui può in alcuni casi diminuire al termine del percorso scolastico e la qualità delle loro vite può essere sensibilmente inferiore rispetto a quella dei loro coetanei senza disabilità intellettiva (Baroff, 1986).
Gale H. Roid Lucy J. Miller Mark Pomplun Chris Koch, Leiter-3 Leiter International Performance Scale Third Edition, Manuale, Adattamento italiano di Cesare Cornoldi, David Giofrè e Carmen Belacchi, 2013, by Stoelting Co., 620 Wheat Lane, Wood Dale, Illinois 60191, USA, 2016, Giunti Psychometrics S.r.l. – Firenze
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